Si considerano da interno tutti quei bonsai che provengono da climi tropicali e che quindi non possono scendere a temperature inferiori ai +5°C.
Tutte queste piante pertanto devono essere riparate nel periodo invernale all’interno delle nostre case oppure in serre riscaldate, ma comunque sempre in luoghi molto luminosi.
Nel periodo estivo e comunque dal mese di aprile al mese di ottobre tutti questi bonsai vanno tenuti all’esterno. Sara’ nostro compito, in base alla varieta’ da voi scelta, dirvi se quel tipo di pianta puo’ vivere in pieno sole od in mezz’ombra.
Di origine orientale, il Bosso appartiene alla famiglia delle Buxacee. E’ un arbusto sempreverde con un’ampia ramificazione. La caratteristica di questa specie sono sicuramente le venature incrociate e in rilievo della cortecccia, che conferiscono all’albero un aspetto vegliardo. In autunno la fioritura è bianca e profumata.
Bosso
Appartiene alla famiglia delle Buxaceae ed è originario dell’Estremo Oriente e delle coste mediterranee. Si tratta di un arbusto decorativo con ampia ramificazione sempreverde. Nella varietà harlandii raggiunge anche i 12-13 metri di altezza.
Esposizione
Quando collocato all’interno, va posizionato molto vicino ad una finestra, ma possibilmente lontano da fonti di calore. Durante l’estate l’ideale è porlo all’esterno a mezz’ombra.
Annaffiatura
Durante l’estate bagnare abbondantemente, in inverno ridurre le annaffiature tenendo conto delle caratteristiche dell’ambiente.
Terreno
Terriccio di terreno con 20/30% di pomice.
Rinvaso
Va effettuato preferibilmente in aprile-maggio
Potatura
È possibile potare i rami a 5 o 6 foglie fino alla fine di agosto. Si effettua una potatura estiva leggera dopo la fioritura.
Pinzatura
È importante pinzare i nuovi germogli nei mesi di agosto, settembre ed ottobre.
Avvolgimento
Questa operazione può essere effettuata durante tutto l’arco dell’anno. Per evitare di incidere la corteccia il filo va accuratamente rivestito di carta, inoltre va controllato frequentemente per evitare che non stringa troppo rami e/o il tronco.
Concimazione
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 15 giorni fino a quando le piante verranno portate in casa. Sospendere nei mesi invernali.
Patologie
È soggetto ad afide e ragnetto rosso.
Pianta del tè
La Carmona appartiene alla famiglia delle Borraginaceae ed è originaria della Cina meridionale dove può raggiungere i dieci metri di altezza. Le foglie, di forma ovale, sessili o spicciolate, presentano una pelosità ruvida e breve, sono perenni, di piccola dimensione e di colore verde scuro brillante.Fiorisce per buona parte dell’anno. La pianta del tè esiste in due varietà: la Carmona microphylla e la Carmona macrophylla.La prima presenta un fogliame più piccolo e proporzionato.
Esposizione
Poiché si tratta di un albero di origine tropicale, necessita di temperature elevate costanti. Mentre dalla primavera inoltrata in poi può essere collocata sul terrazzo o sul balcone o in giardino, nel momento in cui la temperatura esterna scende al di sotto dei 10° C è necessario posizionarla all’interno, o comunque in un luogo riparato, dove sia possibile garantirle una buona fonte luminosa e una temperatura superiore ai 1°. Quando posta all’esterno preferisce la mezzombra
Annaffiatura
L’annaffiatura per questa specie deve essere abbondante e regolare, facendo asciugare il terreno fra un annaffio e l’altro tenendo sotto controllo il drenaggio.
Terreno
Si runvasa in terriccio di terreno di buona qualità e con un buon drenaggio
Rinvaso
Il trapianto si effettua ogni 2/3 anni in tarda primavera. Nel caso del primo trapianto togliere la maggior parte della terra argillosa. Nei trapianti successivi si elimina 1/3 della terra sulla parte esterna del ceppo, accorciando le radici troppo lunghe.
Potatura
La potatura drastica può essere effettuata in qualunque periodo dell’anno.
Pinzatura
Per rifinire la struttura e la silhouette dell’albero si applica la pinzatura dei germogli troppo lunghi effettuata tramite l’uso di forbic, tagliando a 2 o 3 foglie ogni volta che i germogli ne presentano 7/10. La Carmona non ama la pinzatura con le dita, a meno che non si desideri arrestare completamente la crescita di un ramo. Questa tecnica viene applicata durante tutta la stagione vegetativa.
Concimazione
Concimare dalla ripresa vegetativa (marzo-aprile) fino a fine settembre
Patologie
Gli agenti patogeni che di solito attaccano la Carmona sono afidi e cocciniglie, contro i quali si consiglia di usare un insetticida sistemico alla comparsa dei primi sintomi.
Crassula arborescens
Appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, cresce spontanea in Sud Africa, dove arriva a raggiungere anche i 3 metri di altezza. Ha rami spessi e foglie lisce, arrotondate e carnose di un colore verde giada che si tinge di rosso quando la pianta viene coltivata in pieno sole. Fiorisce a fine primavera.
Esposizione
Collocare in una zona molto luminosa. La pianta si sviluppa bene sotto i raggi diretti del sole ed ama stare al caldo. La temperatura non deve mai essere inferiore ai 10° C.
Annaffiatura
Moderata sia in estate che in inverno. Per evitare l’appassimento delle foglie, far asciugare bene il terreno fra un’annaffiatura e l’altra.
Terreno
Terriccio di terreno con 30% di pomice.
Rinvaso
Ogni 2/3 anni preferibilmente in primavera. Dopo il rinvaso bagnare con parsimonia.
Potatura
Potare i rami durante la stagione vegetativa, togliendo le foglie che crescono direttamente sul tronco e alla base dei rami per far risaltare la forma dell’albero.
Pinzatura
Eliminare in primavera, con la punta delle dita, gli apici dei germogli appena raggiungono la lunghezza voluta.
Avvolgimento
Per modellare questa specie, è sempre meglio utilizzare le potature.
Concimazione
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare una volta al mese fino a fine settembre
Patologie
È soggetta soprattutto a cocciniglie e lumache.
FICUS
Il genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moraceae. Si compone di molte specie, con il 90% di esse diffuse nelle regioni tropicali e subtropicali a clima caldo. Sono piante legnose dalle più svariate dimensioni, sempre caratterizzate da un comune succo lattiginoso (il lattice) che fuoriesce quando vengono incisi il tronco o le foglie.
È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali. Grazie alle sue grosse foglie sopporta meglio di altre l’aria secca presente nelle abitazioni; tuttavia coltivandolo all’esterno, nei periodi caldi, in posizione sempre soleggiata, le foglie si riducono notevolmente di dimensione con crescita compatta e sana. Indice di un’adeguata coltivazione è il colore verde scuro delle foglie.
Esposizione
Se posto all’aria aperta da maggio a settembre, manifesta una crescita migliore. Quando la temperatura scende al di sotto dei 10° C è necessario ritirarlo all’interno in una posizione molto luminosa.
Annaffiatura
Lasciare asciugare buona parte del terriccio prima di procedere ad una nuova irrigazione. Oltre all’annaffiatura gradisce umidità sulla fronda, è per cui consigliabile vaporizzare le foglie.
Terreno
Terriccio di terreno con 20/30% di pomice
Rinvaso
L’epoca più adeguata è maggio. Poiché le radici crescono rapidamente e si riprendono presto dalle ferite, è possibile potare il ceppo senza timore, lasciandone soltanto un terzo. Considerata la velocità di crescita, si opera ogni due anni sugli esemplari giovani, ogni tre su quelli adulti facendo attenzione a non rovinare le radici aeree.
Potatura
In linea di massima nel caso del taglio di grossi rami, i Ficus non sopportano la potatura drastica in quanto la cicatrice, nella maggioranza dei casi, rimargina con difficoltà Quando si tratta invece di rami medi o sottili (inferiori ad 1/3 del diametro del tronco), tutti i Ficus rispondono emettendo nuove ed abbondanti gemme in prossimità della zona del taglio. La vigoria della specie e la pinzatura renderanno necessario lo sfoltimento periodico dei rami secondari e terziari. Se il Ficus cresce sano, due volte all’anno si eliminano i rami che si sviluppano verso il basso, verso l’interno del tronco e che si incrociano con altri. Accorciare la lunghezza di un ramo significa sostituirne l’apice con un germoglio posteriore.
Avvolgimento
L’avvolgimento non è che una delle molte tecniche applicabili ai Ficus per conferire forma a tronco e rami, ma è senza alcun dubbio la più pericolosa. I Ficus sono flessibili, quindi modellarli non è compito arduo, ma bisogna fare attenzione alla rapidità di crescita di questa pianta. Se non si presta sufficiente attenzione, il filo può incidere la corteccia in un periodo anche molto brevei.
Concimazione
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) iniziare la concimazione fino a quando rientra in casa.
Patologie
I Ficus possono essere aggrediti da bruchi e, occasionalmente, da tripidi. Più raro, ma possibile, è l’attacco da ragnetto rosso. Molto più frequenti sono gli attacchi di funghi, che si verificano quando si tiene la pianta in posizione calda, con poca luce, scarsa ventilazione e forte umidità. Sulle foglie appaiono macchie di colore nerastro brillante, muffe coperte a volte da un pulviscolo bianco o vesciche giallognole. È necessario quindi collocare la pianta in posizione più aerata, applicando un fungicida.
LIGUSTRO
Il Ligustrum è un genere di circa 50 specie di latifoglie, semi-sempreverde o di arbusti e alberi sempreverdi che si trovano in boschi e boschetti in Europa, Nord Africa, Himalaya, Asia e Australia. Le foglie sono sagomate, lucide e lisce. In estate il Ligustrum ha piccoli fiori bianchi profumati seguiti da piccoli frutti rotondi.
POSIZIONE DEL LIGUSTRUM
Il Ligustrum deve essere posizionato in pieno sole o all’ombra. Il Ligustrum richiede solo una protezione dal gelo quando le temperature scendono sotto i -10 °C. Tollera bene anche la crescita all’interno finché i livelli di umidità rimangono ragionevoli.
CONCIMAZIONE DEL LIGUSTRUM
Il Ligustrum deve essere concimato ogni quindici giorni durante il periodo della crescita.
RINVASO DEL LIGUSTRUM
Il Ligustrum deve essere rinvasato ogni due anni in primavera, non appena i nuovi germogli si aprono.
POTATURA DEL LIGUSTRUM
Durante la stagione della crescita, rimuovere foglie più grandi e i germogli con gli internodi troppo lunghi. La potatura dei rami può essere effettuata durante il tardo inverno o all’inizio della primavera prima che inizi la crescita.
AVVOLGIMENTO
L’avvolgimento può essere effettuato in qualsiasi momento, anche se sarebbe meglio durante la primavera-estate.
PARASSITI E MALATTIE DEL LIGUSTRUM
Afidi, foglie macchiate, cocciniglie, moschini minatori di foglia (Liriomyza Trifoli), Tripidi.
Murraya paniculata
E’ originaria dell’Asia subtropicale e tropicale. Ha portamento arborescente e raggiunge un’altezza di 3 metri. Ha foglie eleganti e delicate ed un pallido tronco setoso che rendono la Murraya paniculata molto apprezzata in Cina ed India, dove è specie spontanea e per questo motivo è conosciuta come albero della seta. I fiori a campanula, bianchi ed intensamente profumati, assomigliano a quelli del Gelsomino, a questi fanno seguito piccole bacche coloratissime che si formano in estate simili ad arance in miniatura.
Esposizione
Collocare in posizione luminosa a meno di 1 metro dalla finestra, mantenendo la temperatura al di sopra dei 15°. Da maggio a settembre spostare all’esterno in una posizione a mezzombra.
Annaffiatura
Questa specie necessita di ricevere acqua in abbondanza e frequente durante le assolate giornate estive e in primavera in presenza di venti forti. Durante tutto l’anno invece si bagna quando il terreno risulta ben asciutto in superficie. In inverno, oltre all’innaffiatura, quando vengono riparate all’interno, nebulizzare spesso la chioma
Rinvaso
In primavera inoltrata (aprile-maggio) ogni 2/3 anni.
Potatura
I rami possono essere potati in qualsiasi momento durante la stagione vegetativa, fino alla fine di agosto.
Pinzatura
Quando i germogli hanno raggiunto le 5-6 coppie di foglie, cimarli a due coppie.
Avvolgimento
Si può avvolgere il filo in qualsiasi periodo dell’anno, facendo però attenzione a non lasciarlo per più di due/tre mesi.
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) iniziare la concimazione fino a fine settembre .
Patchouli Africano
IBOZA ( TETRADENIA RIPARIA )
LA VARIETA’ : La Tetradenia Riparia in lingua Zulù IBOZA è una pianta originaria delle regioni tropicali
dell’Africa del sud est, Madagascar incluso. Ne esistono diverse varietà e fa parte della famiglia delle
lamiaceae. In natura è un arbusto fortemente aromatico che raggiunge al massimo 3- 4 metri di altezza,
con foglie vellutate che se strofinate emanano un intenso profumo. E’ una pianta dioica pertanto avremo
le femmine che producono dei fiori a “pannocchia” che vanno dal bianco al lilla al rosa chiaro e i maschi
che fanno gli stessi fiori sparsi su tutta la chioma. L’ IBOZA è anche chiamata falsa mirra o in inglese
ginger bush.
COLTIVAZIONE:
L’ IBOZA è da considerarsi una pianta da
interno. Si tenga presente che nel periodo freddo che va da inizio novembre a fine marzo lo si dovrà
tenere in casa, per il rimanente periodo all’ esterno. La temperatura ideale per la coltivazione ed il
mantenimento nel periodo invernale va dai 6/8 gradi ai 18/20, ideale comunque una temperatura
costante tra i 14 ed i 20 gradi. All’ interno un luogo ideale possono essere la cucina, il bagno oppure un
balcone verandato. In questo periodo la pianta non avrà un aspetto rigoglioso come in estate bensì avrà
il classico portamento della pianta tropicale a riposo vegetativo con poche foglie, le vecchie che
ingialliscono e cadono e con qualche germoglio nuovo che cresce molto lentamente, ricordate che
comunque in questo periodo la pianta è in “letargo”. Nel periodo in cui lo terremo all’ esterno non ci sono
problemi di temperature, nei paesi di origine l’ IBOZA può sopportare anche i 50 gradi.
POTATURE:
L’ IBOZA è una varietà con crescita molto veloce. Per mantenere il bonsai così come lo
avete acquistato, dovrete potarlo in continuazione. Tutte le volte che si svilupperanno i nuovi germogli,
dovrete farli crescere di 4/5 foglie dopo di che potarli e lasciare solo una foglia, su tutti i rami di tutta la
pianta, durante tutto l’anno. Se nell’ arco della stagione dovessero svilupparsi foglie di grandi dimensioni
( 5-6 cm ), eliminatele tagliando a metà il picciolo, si favorirà così la crescita delle gemme ascellari per lo
sviluppo di nuovi rami. Va ricordato che la foglia dell’ IBOZA in vaso varia dai 2 ai 4 cm. Contrariamente
alle piante delle nostre latitudini, così come tutte le tropicali, va potata drasticamente nel periodo tardo
primaverile-estivo, diciamo che in zone con clima europeo si andrà a potare la pianta da metà giugno a
tutto luglio. Con questo tipo di potatura si potrà rimodellare la pianta eliminando rami anche di grosse
dimensioni.
ESPOSIZIONE:
L’ IBOZA è una pianta che vive bene in luoghi che vanno dal pieno sole a semi-
ombreggiati. Può vivere bene anche in piena ombra ma la pianta svilupperà foglie grandi e di un verde
pallido con internodi lunghi. Non ama i luoghi umidi con aria stagnante.
TERRICCIO:
L’ IBOZA ama terreni ben drenati e ricchi.
ANNAFFIATURA:
L’ IBOZA in vaso non sopporta i terreni sempre umidi. Lo si deve bagnare
solamente quando il terriccio in superficie sarà asciutto al tatto e si darà molta acqua, in abbondanza,
fino a farla fuoriuscire dai fori di drenaggio sottostanti il vaso. Quest’ ultimi sono appunto fori di
drenaggio, quindi l’acqua deve fuoriuscire da questi e non entrare, dico ciò in quanto molte volte si bagna
la pianta e si lascia il sottovaso sottostante pieno di acqua e questo non va bene, l’ acqua non deve
ristagnare nel sottovaso. Per rispettare la vita fisiologica della specie, bisognerà dare molta acqua nel
periodo estivo ( periodo che nei paesi di origine corrisponde alla stagione monsonica, piovosa e umida,
quando in Europa siamo in estate ), poca acqua nel periodo invernale ed in autunno. A primavera bagnature regolari.
CONCIMAZIONE:
L ‘IBOZA è una pianta a crescita rapida, pertanto come tutte ha bisogno di un
supporto di crescita sotto forma di concime. La si concimerà da febbraio fino a tutto il mese di ottobre. Per
le prove di coltivazione effettuate in vivaio sui 5 anni si è riscontrato che il Nitrophosca gold è il supporto
migliore e più completo. Il piano di concimazione effettuato consiste in mezzo cucchiaino da caffè su vasi
da 20 cm, nei seguenti giorni (come da prove effettuate). 1 febbraio, 10 marzo, 30 aprile, 15 giugno, 1
settembre, 30 ottobre. Il concime essendo granulare lo si appoggia sul terriccio facendo un mucchietto
oppure lo si sparge su tutta la superficie oppure lo si interra leggermente. Alla concimazione successiva,
del concime messo precedentemente, non vi sarà alcuna traccia e non ci sarà bisogno di eliminare,
come nel caso dei concimi organici a lenta cessione, il vecchio concime per mettere quello nuovo.
ATTENZIONE A NON ECCEDERE NELLE DOSI. QUESTO TIPO DI CONCIME E’ TOTALMENTE
CHIMICO QUINDI MOLTO CONCENTRATO, pertanto un uso eccessivo può bruciare le radici della
pianta in maniera definitiva. NON CONCIMARE ASSOLUTAMENTE NEL PERIODO DI GRAN CALDO
CHE VA DA INIZIO LUGLIO A FINE AGOSTO !!
MALATTIE:
L’ IBOZA , ad oggi, grazie alla sua linfa non viene attaccato da insetti o da malattie
fungine. Ricordate che la linfa ha un potere antisettico. Comunque se qualche insetto dovesse attaccare
la pianta che voi adoperate per un vostro utilizzo personale di cura utilizzare degli insetticidi naturali.
Sempre dalle prove effettuate in vivaio, abbiamo riscontrato che le lumache possono cibarsi delle foglie
del patchouli. Questo è l’ unico “nemico” che ha la pianta, ma si tenga conto che è un non problema in
quanto il patchouli vive in ambianti asciutti e luminosi, luoghi questi ove le lumache non vivono.
Chiaramente noi, per poter darvi una relazione completa sulla varietà abbiamo dovuto forzare partite di
piante per fare le prove di coltura, mettendole in ambienti completamente diversi, questo per una
conoscenza totale sulla varietà.
FIORITURA:
L’ IBOZA, fa dei bellissimi fiori composti a forma di piccola pannocchia bianco rosati
ed in serra fiorisce da metà/fine dicembre a febbraio.Per far sì che esso fiorisca, concimate bene e non
potare più i germogli da ottobre in poi. La fioritura avviene sulle punte dei germogli, pertanto se questi
vengono eliminati continuamente non si potrà avere alcun fiore. Quando il fiore sarà avvizzito, eliminarlo
alla base, anche se si svilupperanno piccole foglie verdi sullo stelo dello stesso.
UTILIZZO:
L’ IBOZA è utilizzata in tantissimi campi. In infusione viene utilizzato come digestivo, in
molte zone dell’ Africa viene utilizzata tutt’ oggi come ormai accade da secoli contro le cefalee ed il
vomito. E’ un antinfiammatorio potente, è un forte antisettico. Lo si utilizza molto per punture di ragni,
serpenti e di insetti. Ultime ricerche hanno riscontrato che le sostanze presenti nelle foglie hanno forti
effetti nella cura dei mal di testa. Utilizzatissima anche per inalazione come aerosol. Nel periodo che va
da fine marzo a tutto ottobre una sola pianta è in grado di arromatizzare l’ aria intorno a se, pertanto se
posizionata in veranda vi accorgerete della “potenza aromatica” . Funziona molto bene come deodoranti
per cassetti. Ogni 20-30 giorni staccate molte foglie dalla vostra pianticella tagliando il picciolo a metà e
riponetele in un cassetto, otterrete un ottimo deodorante per cassetti ed anche un ottimo antitarlo.
ZANTHOXYLIUM PIPERITUM (Pepe)
Si tratta di un albero sempreverde, piangente a crescita rapida. In natura raggiunge sia in altezza che in larghezza gli 8 metri. Ha foglie composte da numerose foglioline strette e lanceolate, lucide, di colore verde intenso.
Esposizione
Per l’educazione a bonsai di questa specie, bisogna innanzitutto tener presente che è una pianta da interno, e che quindi necessita di essere riparata nei mesi invernali in una zona molto luminosa, con temperature non inferiori ai 10° C. Da maggio a settembre è bene porla all’esterno in una posizione ben ventilato e semiombregiata.
Terreno
Il composto ideale è costituito da un buon terriccio di terreno con 20% di pomice
Annaffiatura
L’annaffio è necessario ogni volta che il terreno risulta asciutto al tatto. In questo caso si procede annaffiando abbondantemente, usare acqua corrente, preferibilmente decalcificata
Rinvaso
Gli esemplari più maturi andranno rinvasati ogni tre-quattro anni, mentre più frequentemente bisognerà intervenire su quelli più giovani: ogni uno o due anni. Il periodo migliore è la tarda primavera, quando ormai la temperatura è assestata sui 15° – 20° C. Insieme al trapianto è necessario procedere anche alla potatura dell’apparato fogliare, in modo da controbilanciare la riduzione delle radici.
Potatura
Per quanto concerne la potatura se si tratta di quella di mantenimento, non vi sono limitazioni, poiché la pianta risponde bene in qualsiasi periodo dell’anno; se si ha invece necessità di potare dei grossi rami, il periodo più opportuno è quello autunnale.
Pinzatura
Per la pinzatura del Pepper tree si lasciano crescere i germogli fino a 8/10 foglie, tagliando poi a 2/4, secondo la zona in cui si trovano. Per mantenere la silhouette, si pinza continuamente con le dita, strappando le ultime due foglioline incipienti di ciascun germoglio quando presenta già due foglie. Questo fa infoltire particolarmente i rami e quindi si dovranno alleggerire con le forbici due volte all’anno: in maggio e alla fine di agosto.
Concimazione
Concimare dalla ripresa vegetativa, da marzo-aprile a fine settembre
Patologie
Si tratta di una specie poco soggetta a malattie, occasionalmente però si possono verificare attacchi di afidi, cocciniglia, aleuroidi e ragnetto rosso. In questi casi si deve intervenire con i comuni prodotti antiparassitari, utilizzando le dosi consigliate ed effettuare almeno tre trattamenti a distanza di dieci giorni uno dall’altro.
SAGERETHIA (Sagerethia theezans)
La Sagerethia è una specie originaria dell’Asia centrale e meridionale e delle regioni più miti del nord America. Si tratta di una specie che cresce spontanea nel sud della Cina: il suo habitat naturale è caratterizzato da un clima caldo, pertanto nelle regioni temperate più fresche va coltivata come bonsai d’appartamento. Presenta foglie sempreverdi, opposte, ovali e leggermente dentellate. In estate produce piccoli fiori bianchi a cui seguono bacche di colore blu scuro. La Sagerethia theezans è una delle varietà più adatte alla coltivazione a bonsai.
Esposizione
La Sagerethia è un bonsai da interno, deve essere posta in una posizione molto luminosa e la temperatura dovrebbe rimanere compresa tra i 15° e i 22° C. Da maggio a settembre porre all’esterno in posizione semiombreggiata. Fare attenzione alle correnti d’aria.
Annaffiatura
Lasciare asciugare la superficie del terreno. Bagnare molto facendo però attenzione ai ristagni d’acqua. Durante l’inverno, inoltre, vaporizzare saltuariamente le foglie.
Potatura
I rami possono essere potati tutto l’anno, quelli di grosso diametro in primavera-estate. E’ consigliabile applicare mastice cicatrizzante sul taglio.
Terreno
un buon terriccio di terreno
Pinzatura
Quando la pianta ha una crescita di 8-10 foglie tagliare sopra la seconda foglia. La pinzatura va effettuata durante tutto il periodo vegetativo.
Rinvaso
Si effettua ogni 2/3 anni in primavera inoltrata.
Concimazione
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni fino a settembre.
Applicazione del filo
Si può effettuare durante tutto l’anno sui rami e sui germogli lignificati. Va applicato con estrema cautela, avvolgendo prima il filo con carta, in modo che la corteccia non venga segnata.
Patologie
È soggetta soprattutto a ragnetto rosso e afidi.
SERISSA
Questa pianta appartiene alla famiglia delle Rubiaceae, che conta dalle 4.500 alle 5.000 specie e proviene dall’Estremo Oriente.
Esposizione
Durante i mesi invernali va collocata all’interno in posizione luminosa. Dalla primavera all’inizio dell’autunno, si posiziona all’esterno a mezz’ombra.
Annaffiatura
In linea di massima, questa specie necessita di ricevere acqua in abbondanza e frequente durante le assolate giornate estive e in primavera in presenza di venti forti. Durante tutto l’anno invece si bagna non appena il terreno risulta asciutto al tatto. In inverno, quando vengono riparate all’interno, è necessario nebulizzare spesso la chioma.
Terriccio
Un buon terriccio di terreno.
Potatura
La potatura dei rami di Serissa non crea particolari problemi. Su quelli più grossi si interverrà nel momento di stasi vegetativa, possibilmente prima della ripresa (marzo-aprile). Tutti i rametti secchi presenti all’interno della folta vegetazione, vanno eliminati costantemente durante tutto l’anno.
Pinzatura
Tagliare sopra la seconda foglia i getti quando questi arrivano ad emettere 7-8 foglie. In questo modo si otterrà una vegetazione folta e verde.
Rinvaso
Gli esemplari più maturi andranno rinvasati ogni tre-quattro anni, mentre con maggior frequenza bisognerà intervenire su quelli giovani: ogni uno-massimo due anni. Il periodo migliore è la tarda primavera, quando ormai la temperatura si è assestata sui 15-20°C.
Concimazione
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni due settimane fino a fine settembre.
PODOCARPUS MACROPHYLLUS
Il Podocarpus Macrophyllus è una conifera dioica (maschio o femmina), a crescita lenta, sempreverde con un fogliame denso, un portamento eretto. Il Podocarpus Macrophyllus è originario della Cina e del Giappone. Esiste una pianta simile al Tasso, a fogliame verde scuro lungo sino a sei centimetri da cui prende il nome comune di Tasso in Cina.
ESPOSIZIONE
Il Podocarpus Macrophyllus può sopravvivere anche in condizioni di scarsa luminosità, ma è preferibile la piena luce evitando il sole di mezzogiorno in estate. Preferisce temperature superiori ai 10 °C. Può essere coltivato anche al chiuso, comunque in un ambiente ben illuminato durante l’inverno.
TERRENO
Il Podocarpus Macrophyllus preferisce un terreno leggermente acido.
CONCIMAZIONE
Il Podocarpus Macrophyllus deve essere concimato ogni due settimane dalla primavera all’autunno.
ANNAFFIATURA
L’annaffio è necessario quando la metà del pane di terra è asciugato. Si procede annaffiando abbondantemente, usare acqua corrente, preferibilmente decalcificata.
RINVASO
Il Podocarpus Macrophyllus ha radici che crescono lentamente. Deve essere rinvasato ogni due o quattro anni in primavera. Le radici devono essere tagliare solo leggermente.
POTATURA
Il Podocarpus Macrophyllus deve essere potato ad ogni nuova crescita, se necessario. La potatura dei rami deve effettuarsi dopo la gemmazione.
L’avvolgimento e la modellatura è possibile sulle piante giovani, sulle piante vecchie il legno è molto difficile da piegare.
PARASSITI E MALATTIE
Il Podocarpus Macrophyllus non ha particolari problemi anche se tutte le specie sono particolarmente sensibili a marciumi radicali in terreni poveri di drenaggio.
ULMUS SINENSIS
Esposizione
In primavera, autunno ed inverno è conveniente tenere l’Olmo in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette al bonsai di vegetare con vigore, producendo rami robusti, foglie piccole, vegetazione compatta ed uniforme.
In estate, invece, va collocato a mezz’ombra.
Annaffiatura
L’annaffiatura dell’Olmo non necessita di particolari accortezze, il terrriccio va irrigato abbondantemente solamente quando si presenta asciutto, ripetendo l’operazione due o tre volte a distanza di qualche minuto per fare in modo che il substrato assorba completamente l’acqua versata.
.Pinzatura
L’Olmo un albero particolarmente vigoroso e la produzione di nuovi germogli è praticamente continua durante tutto l’anno, aspettare che dalla chioma fuoriescano molti germogli, con almeno 8-10 foglie, quindi, usando la forbice si effettua il taglio del rametto da accorciare, dopo la prima o la seconda foglia, partendo dalla base.
Rinvaso
Ogni 2-3 anni si deve procedere al rinvaso.
il periodo migliore per questa operazione è marzo/aprile. L’apparato radicale deve essere ridotto di 1/3 utilizzando un rastrellino, e tagliando le radici in eccesso con le forbici Il substrato deve avere un buon drenaggio, perciò, si deve utilizzare un buon terriccio
.
Concimazione
Le concimazioni devono essere costanti per tutto il periodo da metà marzo a metà ottobre.
Parassiti
Nella difesa dai parassiti ci si dovrà preoccupare di un solo nemico: il ragno rosso. Una difesa efficace è rappresentata da trattamenti con un insetticida-acaricida.
Dapprima le nuove foglioline, poi i fiori, le foglie, i frutti ed i colori esplosivi dell’autunno ed infine l’albero è spoglio. Sono i bonsai da esterno che vivendo bene alle nostre latitudine seguono il ciclo vegetativo delle sorelle maggiori nei parchi e nei boschi.
I bonsai da esterno sono, prorio per queste caratteristiche, quelli che regalano le soddisfazioni maggiori.
Gli aceri educati a Bonsai sono delle vere e prorie opere d’arte viventi. Con essi potrete toccare con mano i cambiamneti delle stagioni e godervi in casa il cambiamneto dei colori. Tutte le piante che vedrete di seguito sono dei piccoli capolavori e pertanto non sono prodotti dozzinali. Le partite di aceri corrispondono a produzioni annuali di quantità modeste pertanto è possibile che al posto di un articolo ci sia quello successivo oppure quello precedente. Sono disponibili molti esemplari di aceri giapponesi di tutte le misure.
ACER PALMATUM
ESPOSIZIONE DELL’ACER PALMATUM
L’Acero Palmatum deve essere tenuto lontano dalla luce solare diretta e dal vento forte durante tutto l’anno per proteggere le foglie dalle bruciature. Tuttavia una buona luce in primavera e in autunno danno vigore alla pianta e aiutano la colorazione delle foglie. In inverno, la protezione contro le gelate deve essere prevista al di sotto dei 10°C. L’Acero Palmato deve essere irrigato con cura prima delle stagioni in cui cresce: primavera ed estate. In estate avrà bisogno di ancor più acqua.
CONCIMAZIONE DELL’ACER PALMATUM
L’Acero Palmatum deve essere concimato ogni settimana. In primavera, non appena le gemme delle foglie si aprono deve essere utilizzato un fertilizzante con alto contenuto di azoto per favorire una crescita vigorosa e rafforzare le foglie contro le bruciature provocate dal sole e dal vento. Interrompendo il fertilizzante azotato prima del tempo, l’Acero Palmatum produce internodi molto più corti ed una crescita meno vigorosa. Dopo l’irrobustimento esterno concimare ogni due settimane con un concime equilibrato.
RINVASO DELL’ACER PALMATUM
L’Acero Palmato deve essere rinvasato ogni anno, o al massimo ogni due anni. Il rinvaso deve essere effettuato quando le gemme si aprono in primavera con una miscela di terra base. Questa operazione va ripetuta fino alla formazione definitiva del bonsai dopo dieci anni.
POTATURA DELL’ACER PALMATUM
Nel caso in cui la nuova vegetazione non serva a formare nuove aree di foglie o rami del vostro bonsai, tagliare la nuova vegetazione ogni singola o doppia coppia di foglie durante la stagione della crescita. Rimuovere in fase vegetativa tutti gli internodi lunghi. Il taglio delle foglie può essere effettuato in piena estate e produce foglie più piccole, una migliore ma anche più forte ramificazione ed un miglior colore delle foglie in autunno. Ricordarsi sempre che la defogliazione deve essere effettuata solo sugli alberi sani, mai nello stesso anno del rinvaso, non per due anni consecutivi e mai sugli aceri che hanno le foglie rosse perchè sono più deboli. La potatura dei rami deve essere effettuata in autunno dopo la caduta delle foglie (preferibilmente entro la prima settimana) o a metà dell’estate, periodo in cui l’Acero Palmato può guarire le ferite più rapidamente. Non potare durante la primavera. Come tutte le specie di acero hanno l’abitudine di perdere la linfa, cosa che può seriamente indebolire la pianta o addirittura provocare la perdita dei rami. Assicurarsi che tutte le ferite provocate dai tagli siano sigillate.
PARASSITI E MALATTIE DELL’ACER PALMATUM
Afidi, cocciniglie, bruchi e virus come la verticillosi fanno appassire l’Acero Palmato. Le piante indebolite dalla mancanza di fertilizzanti, sistemi radicali poveri, rinvaso, mancanza o eccesso d’irrigazione, mancanza di dormienza (periodo di temperature basse abbastanza lungo) hanno maggiori probabilità di far soffrire la pianta e di avere foglie bruciate dal sole o dal vento.
ACER BUERGERIANUM
ESPOSIZIONE DELL’ACER BUERGERIANUM
L’Acero Buergerianum deve essere esposto in pieno sole. Non esporre le radici a una luce troppo forte durante i periodi caldi estivi per evitare che si brucino le foglie. Gli esemplari di Acero Tridente ad alto fusto sono spesso piantate in vasi bonsai relativamente poco profondi che possono disidratare rapidamente durante l’estate. Per questa ragione è opportuno dargli riparo all’ombra dal sole pomeridiano. Le radici hanno un elevato contenuto di umidità e temono il gelo. La protezione contro il gelo deve essere prevista quando le temperature scendono sotto i -5 °C. Evitare concimi organici o terreni a base di torba, il ristagno dell’acqua e il gelo possono danneggiare le radici.
CONCIMAZIONE DELL’ACER BUERGERIANUM
L’Acero Buergerianum deve essere concimato una volta alla settimana per tutto il mese successivo alla comparsa delle foglie di primavera per contribuire a rafforzare la nuova crescita. Successivamente concimare ogni due settimane.
RINVASO DELL’ACER BUERGERIANUM
L’Acero Buergerianum deve essere rinvasato ogni anno all’apparire dei germogli utilizzando un mix di terreno molto drenante. L’Acero Tridente ha una crescita delle radici molto vigorosa che lo rende molto adatto per la svasatura del tronco e il Nebari (la crescita delle radici sopra il terreno). L’Acero Tridente tollera una potatura aggressiva delle radici.
POTATURA DELL’ACER BUERGERIANUM
Lasciare che un nuovo germoglio dell’Acero Buergerianum cresca sino a estendersi a 2-5 coppie di foglie, poi potare le biforcazioni e poi di nuovo a uno o due paia di foglie (a seconda della posizione sull’albero) per tutta la stagione vegetativa. Potate i germogli più vigorosi nei rami apicali e superiori per impedir loro di indebolire i rami più bassi e per rendere più vigoroso tutto l’albero. Potare i rami dopo la caduta delle foglie o in tardo inverno. La rimozione di grossi rami o il taglio del tronco non deve essere effettuata all’inizio della primavera in quanto ciò può causare un’eccessiva perdita di linfa. L’Acero Tridente è molto adatto per le tecniche di defogliazione e per la pinzatura delle foglie. Con la defogliazione e una maggiore ramificazione dei rami, le foglie possono essere ridotte di dimensioni anche drasticamente.
PATOLOGIE DELL’ACER BUERGERIANUM
Afidi, bruchi, cocciniglie, acari e bruciature delle foglie.
Appartenente alla famiglia delle Betulaceae, Il Carpinus è un bonsai molto diffuso, caratterizzato da una ramificazione lunga e sottile e un fogliame ornamentale, che in autunno assume tonalità vivaci di giallo e scarlatto
ESPOSIZIONE
D’estate a mezzombra, il resto dell’anno va sempre collocato in pieno sole.
ANNAFFIATURA
annaffiatura dovrà essere abbondante in estate, con frequenti nebulizzazioni, mentre più ridotta in autunno. . Al fine di evitare ristagni d’acqua, è importante garantire un buon drenaggio.
RINVASO
Il rinvaso si effettua verso fine inverno,potando le radici ed eliminando completamente quelle vecchie e marce. Bisogna tener presente che nei primi dieci anni di vita della pianta, la frequenza del trapianto dovrà essere ogni due anni, mentre successivamente potrà trascorrere anche un tempo maggiore
CONCIMAZIONE
Da aprile a fine settembre
MALATTIE
Questa specie piò essere tttaccata da lepidotteri, coleotteri e oidio a volte anche dal ragnetto rosso.
Arriva fino ai 10 m. con chioma globosa e fogliame deciduo verde cupo, corteccia brunastra in piccole placche.
Pianta dioica fiorisce in maggio – luglio, i frutti rimangono attaccati per tutto l’inverno.
Esposizione
Soleggiata, in inverno proteggere i piccoli bonsai se la temperatura scende sotto lo zero.
Rinvaso
Le piante giovani tutti gli anni poi ogni 2-3 anni in primavera prima del risveglio vegetativo.
Annaffiatura
Abbondante in estate durante la fioritura, toccare lo strato superficiale ed annaffiare quando è leggermente asciutto.
Potatura
La potatura di formazione si esegue da ottobre a febbraio dopo la caduta delle foglie.
Pinzatura
Nel periodo vegetativo pinzare a due foglie quando ne ha quattro.
Fertilizzanti
Evitare di fertilizzare prima e durante la fioritura, quando iniziano a formarsi i frutti fertilizzare ogni 20 giorni sino ad ottobre.
Questo arbusto, molto diffuso nei nostri giardini, è caratterizzato da foglie, fiori e frutti di piccole dimensioni; proprio ciò lo rende una pianta ideale per la coltivazione a bonsai. Con il suo fogliame rosso in autunno, i fiori rosa o bianchi in primavera e le bacche rosse in inverno, il Cotognastro è suggestivo in tutte le stagioni.
Esposizione
Ha una buona resistenza al freddo e sopporta bene anche le temperature elevate. Posizionare sempre in pieno sole.
Annaffiatura
Ama i terreni freschi, ma è necessario lasciar asciugare bene il terreno fra una annaffiatura e l’altra. In estate vaporizzare il fogliame.
Terreno
Si consiglia un terriccio di buona qualità con aggiunta di pomice
Rinvaso
Ogni due anni, in autunno o in primavera.
Potatura
Accorciare i rami alla seconda foglia quando ne hanno cinque. La potatura di formazione deve essere effettuata nel momento del rinvaso. Si consiglia di non intervenire dopo il mese di settembre.
Pinzatura
Cimare costantemente con le forbici i nuovi germogli durante la stagione vegetativa per favorire l’infoltimento della ramificazione.
Concimazione
Dalla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare il concime ogni 20 giorni fino ad ottobre.
Patologie
È soggetto soprattutto ad afidi e cocciniglie.
Se posto in vaso non sopporta i climi rigidi, pertanto in inverno va collocato in un luogo riparato, garantendo una posizione luminosa eE fresca, con temperature sopra i 5°C. Dalla primavera fino a settembre andrà collocato all’esterno: la posizione ideale è in pieno sole in un luogo ben ventilato, posizione che permetterà di prevenire anche i facili attacchi di afidi a questa specie.
Durante la stagione vegetativa necessita di abbondanti annaffiature, che verranno diradate in autunno-inverno, facendo però attenzione che il terreno non arrivi mai ad inaridirsi. In caso di mancanza d’acqua le foglie cadono, perdendo di conseguenza anche i frutti che si formano a lato delle foglie stesse. In estate è necessario controllare scrupolosamente le annaffiature, poiché è una specie che necessita di molta acqua.
Si effettua ogni 2/3 anni all’inizio della primavera sulle specie a foglia caduca, a tarda primavera (aprile-maggio) su quelle sempreverdi. Gli alberi di questa famiglia producono, come le leguminose, dei noduli benefici a livello di apparato radicale, che non bisogna potare: sono batteri Azoto-fissatori che vivono in simbiosi con la pianta.
La sua facilità di formazione è rappresentata dalla possibilità di intervenire tre volte all’anno con la potatura. Nella fase di formazione i rami vanno lasciati crescere liberamente, potandoli solo quando appariranno eccessivamente lunghi. È indispensabile applicare mastice cicatrizzante con ormoni sulle grosse ferite, in modo da non provocare ritiri di linfa ai quali l’Elaeagnus è soggetto. Fiorisce da maggio a settembre a seconda delle specie e porta i frutti fino ai mesi di ottobre-novembre, ma per ottenere la fruttificazione bisogna evitare la potatura nel periodo di riposo invernale, rinviandola alla fine della primavera. Per riuscire ad avere un’abbondante fioritura l’anno successivo, si pota la pianta dopo la fioritura e un’altra volta alla fine dell’estate. Se si coltiva la varietà pungens, è possibile intervenire con la potatura praticamente in qualsiasi momento dell’anno.
Le gemme da fiore si formano generalmente sui rami corti, pertanto la coltivazione sarà rivolta all’ottenimento di una grande quantità di questo tipo di rami. In primavera ed in estate si accorciano i nuovi germogli mentre si sviluppano. Generalmente si riduce ad un paio di foglie quando il germoglio presenta otto foglioline nuove. Se defogliato in giugno, non forma i fiori sulle specie a fioritura più tardiva. Quando si desidera presentare il proprio esemplare ad un’esposizione conviene limitarsi perciò alla pinzatura dei germogli.
Si fertilizza in primavera ed in autunno con concime organico a lenta cessione tipo aburukasu della linea Bonsan. Garantirle un nutrimento costante significa riuscire a stimolare efficacemente la fioritura e la fruttificazione. Utilizzare un concime a base di polvere d’osso è un piccolo trucco per ottenere più facilmente i frutti. Durante i mesi più caldi e quelli invernali, momenti in cui l’attività della pianta è ridotta, non si concima.
È soggetto soprattutto agli afidi, che compaiono sulle cime tenere dei germogli, alla cocciniglia e alla fumaggine. Si tratta comunque di patologie che si riescono a debellare senza problemi, se si agisce prontamente utilizzando i prodotti specifici.
Il Juniperus è uno delle tre specie più utilizzate come piante da bonsai. Il Juniperus è un genere con più di 50 specie di conifere sempreverdi, piante che provengono dalle foreste e dalle colline di tutto il mondo. I Ginepri hanno due tipi di foglie: foglie aghiformi in età giovanile e foglie più grandi negli adulti. La gamma dei colori delle foglie varia dal color blu acciaio al verde sino al verde leggero, a volte con sfumature argento o oro.
ESPOSIZIONE DEL JUNIPERUS
Esporre lo Juniperus in pieno sole. Durante l’inverno lo Juniperus deve essere protetto dal gelo a -10 °C. Le conifere non devono svernare senza luce a meno che le temperature non siano costantemente sotto i -10 °C, a queste temperature non vi è alcun bisogno di esposizione alla luce. Non coltivare i ginepri in casa, soffrono la scarsa umidità e la mancanza di luce. Debbono essere innaffiati con parsimonia poiché soffrono facilmente il marciume radicale, mentre le foglie debbono essere nebulizzate con frequenza per mantenere i pori che consentono loro di respirare privi di polvere. La nebulizzazione evita anche la traspirazione in eccesso e la perdita di acqua nelle calde giornate estive.
CONCIMAZIONE DEL JUNIPERUS
La concimazione deve avere cadenza quindicinale. Utilizzate fertilizzanti con molto azoto dall’inizio della primavera fino a metà estate, poi concimate con un fertilizzante equilibrato fino alla fine dell’estate, proseguite utilizzando fertilizzanti con poco azoto durante l’inverno.
RINVASO DEL JUNIPERUS
Il rinvaso deve essere effettuato comunque nel mese di aprile. Non rinvasate o potate i rami troppo presto nel corso dell’anno. Può avere molto successo il rinvaso durante il caldo e l’umidità di agosto, anche se va evitato il rinvaso durante i giorni molto caldi. Una volta stabilizzato in un terreno di buona qualità, rinvasare ogni 3 o 5 anni. Poiché lo Juniperus non può avere radici nude, si deve cambiare più di un terzo del terreno ogni anno. Un terreno inorganico e argilloso è essenziale per i ginepri in quanto sono soggetti ad ammalarsi nei terreni organici. Poiché lo Juniperus non può essere a radice nuda deve essere cambiata più di un terzo della terra ogni anno.
POTATURA DEL JUNIPERUS
I Ginepri crescono dai primi di aprile quando le temperature iniziano a salire, poi in un secondo momento producono nuovi germogli che si estendono per tutta l’estate fino all’inizio dell’autunno. Le foglie possono essere pinzate o tagliato e la pianta può essere modellata per tutta la stagione della crescita.
PARASSITI E MALATTIE DEL JUNIPERUS
Lo Juniperus è relativamente libero da malattie. Terreni non argillosi che trattengono l’acqua possono causare marciumi radicali.
ESPOSIZIONE DEL GINKGO BILOBA
Il Ginkgo deve essere posizionato in pieno sole. Deve essere protetto durante le gelate invernali, in particolare le radici, che hanno un elevato contenuto di umidità, possono esplodere a temperature inferiori a -5 °C. L’irrigazione del Ginkgo deve essere curata e frequente ma non dovrebbe essere mai saturo d’acqua. Tenere all’asciutto durante l’inverno per evitare danni da gelo e radici bagnate.
CONCIMAZIONE DEL GINKGO BILOBA
Il Ginkgo deve essere concimato ogni due settimane nella stagione della crescita.
RINVASO DEL GINKGO BILOBA
Il rinvaso del Ginkgo è annuale e deve essere effettuato appena le gemme si aprono in primavera fino a che l’albero non ha dieci anni, da lì in poi ogni due o tre anni. Per il rinvaso utilizzare una miscela di terreno base.
POTATURA DEL GINKGO BILOBA
La potatura della nuova vegetazione deve essere effettuata durante la stagione della crescita. I rami debbono essere tagliati in autunno dopo la caduta delle foglie. Il Ginkgo non forma calli per guarire i tagli e quindi dovrebbero essere evitati grossi tagli per quanto possibile, in particolare quelli frontali.
RIPRODUZIONE DEL GINKGO BILOBA
La riproduzione del Ginkgo avviene con le sementi all’esterno appena maturi, con talee in estate. La stratificazione aerea avviene in primavera dopo che la prima crescita si è irrobustita.
PARASSITI E MALATTIE DEL GINKGO BILOBA
Il Ginkgo non ha particolari
problemi.
Fioritura precoce e profumata, frutti commestibili e graziosi, grande resistenza agli attacchi dei parassiti e un aspetto delicato e primaverile, rendono il Melo una specie particolarmente apprezzata tra le diverse varietà bonsaistiche. In primavera è consigliabile sistemarlo in una zona ben soleggiata. In estate, al contrario, va tenuto all’ombra. In inverno bisogna proteggere il vaso dalle gelate, specie le radici.
Esposizione
Come tutti gli alberi da frutto necessita di molta luce per dar luogo alla fioritura e alla fruttificazione. Si espone, quindi, in pieno sole durante tutto l’anno. La protezione è utile in inverno nei periodi caratterizzati da forti gelate.
Annaffiatura
Ama acqua in abbondanza, in modo particolare dopo la fioritura, quando sta formando il frutto: in questa fase potrà essere necessario annaffiare anche 2-3 volte al giorno. Generalmente, per tutto il periodo vegetativo, le somministrazioni dovranno essere quotidiane. Durante la fioritura, bisognerà fare molta attenzione a non bagnare mai direttamente i fiori altrimenti non arrivano a fruttificare. È bene spruzzare periodicamente anche le foglie, poiché sono facilmente soggette a muffe.
Terreno
Terriccio di terreno
Rinvaso
E’ necessario trapiantare gli esemplari giovani tutti gli anni, e quelli più maturi ogni due. I periodi in cui intervenire sono l’inizio dell’autunno o la primavera, prima del risveglio vegetativo: nel primo caso, l’anno successivo si potrà godere la fioritura, mentre rinvasando in primavera per quell’anno si dovrà rinunciare ai frutti.
Potatura
Durante il periodo di sviluppo si accorciano i nuovi rami, mentre nella fase di dormienza ci si dedica alla formazione della silhouette, potando a due o tre nodi. Come per tutte le piante da frutto, la scopo primario è riuscire ad ottenere le gemme da fiore. Queste si sviluppano da metà giugno a metà luglio sulle cime dei rami corti dell’anno precedente. I rami che rimangono corti formano un gruppo di foglie sulla cima, che diventeranno le gemme da fiore per l’anno seguente. Quindi, se si vogliono ottenere i fiori è indispensabile riuscire ad avere molti rami corti, pertanto si interverrà con la potatura solo sui germogli lunghi. È meglio evitare potature troppo drastiche poiché, in tal caso, le gemme da fiore non si formano e l’anno seguente la fioritura non si manifesta. Per ovviare a questo inconveniente si lasciano allungare dei rami guida, detti “di sacrificio”. Concentrando il suo vigore su questi rami, l’albero sviluppa un gran numero di rametti corti che favoriranno la formazione di gemme da fiore. Dopo la formazione di queste gemme, nel mese di giugno, i rami troppo lunghi vanno accorciati, lasciando quattro o più foglie. I germogli della seconda vegetazione cresceranno in maniera stentata, ma la primavera successiva saranno carichi di fiori.
Pinzatura
Se l’albero produce frutti ogni anno, i rami forti tenderanno a diventare sempre più vigorosi, mentre quelli deboli, sempre più stentati. Per evitare questo inconveniente, ed equilibrare il vigore sull’intero albero, è importante intervenire con la defogliazione in modo da frenare l’energia di crescita delle parti più forti. Si defogliano i rami dell’apice e quelli più giovani, allo scopo di aumentare la ramificazione sottile. Come risposta, i rami vecchi producono subito germogli da fiore. È bene tener presente che per ottenere buoni risultati da questa operazione, bisognerà prendere le dovute precauzioni: accertarsi che l’albero goda di buona salute e provvedere, nei due mesi precedenti alla defogliazione, ad una concimazione abbondante dell’esemplare, evitando di utilizzare concimi ad alto contenuto di Azoto che provocherebbero un eccessivo ingrossamento delle foglie nuove; la fertilizzazione non sarà necessaria se la defogliazione sarà solo parziale.
Concimazione
Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il concime liquido ogni 15 giorni fino ad ottobre, escludendo il periodo di luglio e agosto.
Patologie
Batteri, funghi ed insetti sono problemi frequenti per i Meli. Si consiglia un trattamento preventivo mensile adatto agli alberi da frutto. In caso di deformazioni tumorali sulle radici, tagliare completamente la parte infetta e trattare con nematocida.
Specie di Pinus adatte per i bonsai
C’è un gran numero di specie di Pino adatti per bonsai ma quattro sono i più frequentemente utilizzati:
Pinus Mugo: ha origine dalle catene montuose dell’Europa centrale. Il Pinus Mugo è in grado di resistere nelle condizioni più estreme. Può sopportare il grande freddo invernale ed il grande caldo secco d’estate. Il Pinus Mugo produce aghi appaiati, lunghi da due a cinque centimetri, di colore verde scuro. Sui coni vi sono fiori di colore viola che crescono in gran numero sui nuovi germogli.
Pinus Thunbergii o Pino Nero Giapponese: è nativo del Giappone ed è un classico bonsai. Il Pinus Thunbergii è un albero molto vigoroso che può superare i 25 metri. Il Thunbergii è molto resistente e sopravvive in natura su terreni aridi e sassosi. Ha una folta presenza di aghi di colore grigio-verde scuro lunghi fino a quindici centimetri. La corteccia è grigio-violaceo e diventa molto segnata e screpolata con l’età.
Pinus Sylvestris o Pino Scozzese: ha gli aghi a coppie attorcigliati, di colore blu-verde o giallo-verde, lunghi tra cinque e sette centimetri. La corteccia diventa traballante con l’età e di colore rosso-bruno. Ha dato origine a una serie di varietà nane come Beuvronensis Pinus Sylvestris e il Pinus Sylvestris Waterii che sono entrambi eccellenti bonsai.
Pinus Parviflora o Pino Bianco giapponese: altro Pino originario del Giappone, è dotato di aghi lunghi da due a sei centimetri e di colore verde-biancastro, con i lati interni blu. I Pini bianchi sono spesso innestati sui più vigorosi Pini Neri (Pinus Thunbergii) per migliorarne il vigore e la crescita.
Note sulla coltivazione del bonsai
ESPOSIZIONE DEL PINUS
Il Pinus deve essere esposto alla luce del sole durante la primavera, e l’autunno e l’inverno. D’estate proteggere dal sole forte. La luce del sole insufficiente si tradurrà in aghi più lunghi e disseccamenti dei rami ombreggiati. Anche se molto resistente in inverno
INNAFFIAMENTO DEL PINUS
Il Pinus deve avere il terreno permanentemente umido. È importante che venga utilizzato un terreno di drenaggio medio. Il Pinus si giova anche di una nebulizzazione regolare.
CONCIMAZIONE DEL PINUS
Il Pinus deve essere concimato con fertilizzanti a basso contenuto di azoto sino dalla primavera. . Dopo l’indurimento degli aghi il Pinus deve essere concimato con fertilizzanti ad alta concentrazione di azoto fino ai primi giorni di autunno.
RINVASO DEL PINUS
Il Pinus deve essere rinvasato a fine inverno. Usare un tereno con buona percentuale di materialedrenante. Quando si rinvasa spesso si può vedere un filiforme fungo bianco chiamato Micorrhiza, molto utile alla salute dell’albero. Quando il Pinus viene rinvasato, conservare una piccola quantità di vecchio terreno per assicurare che la Micorrhiza venga mantenuta nella miscela del nuovo terreno. Per la stessa ragione non si lavano le radici. Rimuovere il vecchio terreno a mano.
PARASSITI E MALATTIE DEL PINUS
Afidi, larve tentredine e varie malattie degli aghi.
Due specie sono le più utilizzate come Bonsai:
Pyracantha Augustifolia: ha bacche giallo-arancio, ma ci sono molte varietà che hanno colori differenti. Il Pyracantha Augustifolia è nativo della Cina.
Pyracantha Coccinea: è molto simile al Pyracantha Augustifolia ma più resistente al gelo. Originario del Sud-Est dell’Europa. Anche in questo caso ci sono molte varietà diverse che hanno bacche di colori diversi.
ESPOSIZIONE DEL PYRACANTHA
Il Pyracantha deve essere esposto in pieno sole o a mezz’ombra. Deve essere protetto in inverno. Alcune varietà possono essere tenute in ambienti interni in inverno in quanto non tollera temperature inferiori ai -2/-4 °C. All’interno, gli alberi devono essere tenuti in un ambiente fresco e non riscaldato. Il Pyracantha Coccinea invece è più resistente al gelo e deve essere tenuto fuori, se possibile, anche se deve essere protetto per temperature inferiori ai -5 °C. Tutte le specie di Pyracantha devono essere protette contro forti venti gelidi.
RINVASO DELLA PYRACANTHA
Il Pyracantha deve essere rinvasato ogni due o tre anni non appena i germogli si aprono.
POTATURA DELLA PYRACANTHA
Il Pyracantha deve essere potato dai rami secchi o vecchi dalla primavera alla fine dell’estate. Dopo la fioritura, tagliare la nuova crescita per modellarlo. Sugli alberi di recente rinvasati o deboli, i fiori avvizziti possono essere rimossi per favorire il vigore della pianta a scapito della produzione di bacche. Rimuovere le singole foglie di grandi dimensioni.
PARASSITI E MALATTIE DELLA PYRACANTHA
Afidi, bruchi, cocciniglie, larve delle foglie, colpo di fuoco (Erwinia Amylovora).
Il Quercus è un genere di circa 600 specie di latifoglie, piante monoiche, semi-sempreverdi e sempreverdi. Quasi tutti sono specie a crescita lenta e di lunga durata, alcuni raggiungono altezze fino a 40 metri.
ESPOSIZIONE DEL QUERCUS
Il Quercus deve essere esposto in pieno sole con una buona circolazione dell’aria. I rami ombreggiate sul Quercus bonsai hanno la tendenza a morire prima.
CONCIMAZIONE DEL QUERCUS
Il Quercus deve essere concimato ogni due settimane da metà primavera dopo che la prima crescita si è indurita.
RINVASO DEL QUERCUS
Il Quercus dovrebbe essere rinvasato ogni due anni prima del’apertura dei germogli. Il terriccio deve essere ben drenante
POTATURA DEL QUERCUS
Il Quercus deve essere potato nei nuovi germogli e pinzato nelle gemme apicali a meno che non vogliate renderlo più ampio. Una completa defogliazione può portare a foglie di grandi dimensioni e sugli più deboli alberi più deboli, al deperimento dei rami più bassi. Un rinvaso frequente aiuta a ridurre la dimensione delle foglie, così come la pinzatura.
Il pre bonsai è la pianta in fase di lavorazione, che precede la realizzazione del bonsai vero e proprio.
Si tratta di bonsai in evoluzione che necessitano di determinate cure per trasformarsi in bonsai.
La Green Express Bonsai dispone di numerose specie arboree di pre bonsai per coloro che vogliono dedicarsi a quest’arte.
Tante sono le varieta’ di pre bonsai da noi prodotti, da seme, da talea o da giovani piantine possiamo trovare COTONEASTER, PYRACANTHA, MELO, CARPINO, BOSSO, ACERO, GINKGO, CHAENOMELES, ZELKOVA, PRUNUS, CRYPTOMERIA, PINO MUGO, CORNUS, LIQUIDAMBAR, QUERCIA, POTENTILLA E RODODENDRI.
Inoltre PINUS THUMBERGII, GINKGO, ACER PALMATUM YAMA, ACER BUERGERIANUM, JUNIPERUS CHINENSIS, TAXUS CUSPIDATA .
Il seishi, arte di derivazione orientale, riguarda e comprende tutte quelle operazioni che hanno a che fare con la crescita e il mantenimento rigoglioso di una pianta, nel pieno rispetto dei suoi ritmi biologici e naturali.
A tal proposito, l’esempio più lampante è costituito proprio dai bonsai, alberi che, grazie a una costante potatura dei rami e quando necessita anche delle radici, rimangono di dimensioni ridotte, come se fossero delle miniature viventi.
L’importanza di affidarsi ad esperti vivaisti
Riuscire a rispettare tutte queste direttive generali e mantenere dei canoni di proporzionalità e armonia non è però semplice, ed è per questo che occorre il parere degli esperti.
Specialista del settore, Green Express Bonsai effettua anche consulenze per la coltivazione di bonsai, affinché sia possibile, per tutti coloro che amano le piante, destreggiarsi e saper padroneggiare questa “disciplina”.
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